Una bella giornata di pioggia nel nostro Circolo Vela Orta

Da una settimana tenevo sotto controllo la meteo. Ogni giorno che passava veniva confermato il week end di pioggia. Dopo i due mesi in cui non abbiamo potuto fare neppure  due bordi, la voglia di avere le scotte in mano è diventata incontrollabile.

Venerdì sera avevo pronto nel baule della macchina tutto il necessario per l’uscita che avremmo fatto: cerate, stivali, guanti e cappelli. Tutto il necessario per affrontare una tempesta in Atlantico. Così non avevo più scuse per mollare gli ormeggi. Il piccolo lago d’Orta  per i bambini è il loro oceano.

Arriviamo con calma alle 11 al Circolo Vela Orta dove da un anno è ormeggiata Galeb. 

Il posto è molto bello e caratteristico, il paesaggio è particolare anche grazie all’Isola di San Giulio che rende la vista rilassante ed è un’ottima scusa per fare qualche bordo circumnavigandola. Ma la cosa che mi fa credere che non spostero’ mai la barca dalla sua boa è l’ambiente rilassato che ho scoperto nelle prime telefonate con Lorenza, per concordare il giorno del varo e la prima volta che ho dato le cime in banchina in cui mi è stato dato il benvenuto. Ogni volta che arrivo al circolo trovo sempre chi mi dà il benvenuto come se fossero anni che ci si conosce.

La base è molto accogliente. Spazi comuni in cui si può mangiare e rilassarsi, spogliatoi e bagni molto moderni e ben tenuti. Durante l’anno si organizzano regate, veleggiate ed eventi per tutta la famiglia e qualche grigliata per stare in compagnia.

All’esterno come all’interno si ritrovano spazi comuni dove viene voglia di salire da Milano anche per mezza giornata per un bagno e un paio d’ore di sdraio.

Ne approfittiamo per mangiare guardando dalle vetrate il lago a pochi metri e la nostra barca che ci aspetta.

Solo questo ci gratifica di aver fatto l’ora di strada. Facendo finta di non vedere i nuvoloni neri e concentrandoci solo sull’acqua increspata dal vento, ci mettiamo le cerate e accendiamo il fuoribordo che facciamo girare per un paio di minuti per lasciare il pontile.

Issiamo le vele e iniziamo a bordeggiare per raggiungere il nostro obiettivo. L’Isola di San Giulio, scoperta un anno fa con il traghetto ma che da raggiungere con il nostro barchino è tutta un’altra cosa. 

Poi se inizia a piovere a dirotto come quando siamo a metà tragitto, l’avventura per i bambini è ancora più interessante. L’acqua bolle e la visibilità inizia a diminuire. La nostra isola inizia a sfuocarsi per la pioggia insistente, ma questo non ci ha fatto neanche prendere in considerazione di virare e tornare indietro.

Arrivati a pochi metri dall’Isola finisce la pioggia, spunta il sole con uno straordinario arcobaleno e per qualche minuto il vento non si fa più sentire.

Ma il vento ha smesso di soffiare perché ha deciso di cambiare direzione. Visto che da qualche mese non regoliamo una vela, vuole farci fare solo bolina. Rientriamo al circolo con il vento e il sole sulla faccia.

Rigenerati da queste due orette di bolina attracchiamo al pontile e prendiamo il tender per riportare Galeb alla boa. 

Domani invece della biancheria, dovrò stendere le vele ad asciugare e ne approfitto per sbarcarle. I vicini dopo aver visto una barca in giardino per un anno (quando ho ristrutturato Galeb) non si stupiranno di vedere queste enormi “lenzuola” appese con tanta cura.

Gabriele che è il più piccolo dell’equipaggio è anche quello più attento: è preoccupato di aver poca benzina nel serbatoio e insiste per riempirlo.

Di pioggia ne abbiamo presa tanta. Per i bambini è stato divertente stare sotto l’acqua nelle loro create gialle da veri marinai. Ancora più divertente rifugiarsi in cabina, nel loro piccolo mondo sotto la cascata d’acqua che rimbombava sulla coperta.

Entrare e uscire dalla cabina. Prendere il timone e sgottare l’acqua quando rispuntava il sole. Se fosse stata una giornata serena e con il sole a picco forse non sarebbe stata un’avventura così speciale.

Non concepisco come si possa buttare via una giornata in casa o in un centro commerciale. Anche con la pioggia si può organizzare una domenica diversa. Un’avventura non è solo fare uno sport estremo dall’altra parte del mondo. Una domenica di relax non vuol dire divano e telecomando. Poter avere un circolo come il nostro come base di partenza per una piccola avventura, poter fare un pranzo in compagnia sulla riva del lago, poter fare un tuffo guardando la propria barca alla boa e desiderare di issare le vele anche un giorno in cui si è programmato di non andare al lavoro e prendersi una piccola pausa è un lusso che non costa caro. Avere la possibilità di decidere all’ultimo di uscire in barca e poterlo fare in mezza giornata è un lusso alla portata di tutti ma che pochi possono immaginare. Come chi alle 17 vedeva i miei bambini girare in bici al parco sotto casa e non poteva immaginare che un paio d’ore erano marinai impegnati nella loro piccola tempesta.


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