E’ tutto l’inverno che programmiamo con Marco la prima navigazione seria con famiglia al seguito. E’ stata dura convincere le mamme, ma non meno pianificare l’itinerario e organizzare la gestione della sicurezza, per 6 bambini a bordo (Tullia e Giulio, di 1 e 3 anni, figli di Marco, ed i miei, Gianmarco, Leonardo, Gabriele, rispettivamente di 9,7,5 anni e la piccola Eleonora di 5 mesi).
Grazie al supporto tecnico degli amici della Lega Navale di Milano, abbiamo chiarito i tanti dubbi che avevamo, e ricevuto i preziosi consigli di chi ha già avuto esperienza di navigazioni con bambini.
Marina di Fezzano, Sabato 4 luglio, la prima giornata di ferie è dedicata alla preparazione della barca. Sotto un sole a piombo e senza un filo di vento, soffrendo neanche troppo in silenzio, montiamo la rete alle draglie, la life line e verifichiamo che giubbotti ed imbraghi siano delle misure giuste. Caricata la cambusa e stivato l’ultimo gioco gonfiabile nel gavone, che si chiude a fatica, alle 18 si imbarcano i sei bambini, impazienti di mollare gli ormeggi. Si fa rotta verso l’Elba!
Durante la notte c’e’ poco vento. Mentre si rileva il faro di Livorno e si tengono d’occhio sul navigatore le secche della Meloria, decidiamo di fare una tappa intermedia al golfo di Baratti.
E’ bastato vedere sul portolano del Mancini il disegno della pineta che si affaccia sulla spiaggia del golfo, per ricalcolare la rotta. Dopo il sabato in banchina, abbiamo valutato che le mamme non ci perdonerebbero altre ore sotto il sole.
Durante il mio turno di guardia, alle 2, Gianmarco si sveglia. Stiamo in pozzetto a vedere le stelle, dove riconosce al primo colpo la Polare. Si rilevano insieme i fari, si cerca di capire la direzione delle navi, grazie alle luci verdi e rosse che abbiamo visto sul libro questo inverno. Con mio grande orgoglio, a 9 anni ha fatto il suo primo turno in notturna. Sembra piacergli parecchio!
Alle 10 si dà ancora a Baratti, i bambini prolungano il loro primo bagno fino alle 19.
Da solo ventiquattro ore possiamo definirci famiglie naviganti, e confermo che i bambini in barca si adattano subito. Trovano un mondo alla loro portata, diventano parte impegnata dell’equipaggio. Infaticabili a fare nodi Savoia su tutte le scotte che trovano. Fanno turni serrati al timone, contendendosi i comandi del pilota automatico. Nel vedere questo piccolo equipaggio così affiatato, inizia a diminuire l’ansia di avere 6 bambini che girano a bordo.
La sera la passiamo in porto a Salivoli. In pozzetto, tra fuochi d’artificio e una Shweppes ghiacciata, ripianifichiamo come circumnavigare l’Elba, visti gli ultimi aggiornamenti meteo, avari di vento.
Lunedì mattina facciamo rotta verso Portoferraio. Con l’entrata scenografica in porto, passando sotto il forte, dove la gimcana tra i traghetti fa divertire i bambini e un po’ meno chi sta al timone. Martedì si fa tappa a Rio Marina. ll piccolo marina è circondato dagli impianti minerari in disuso, che creano un’atmosfera che mi ricorda quella di quando venivo da piccolo all’Elba. Facciamo un pic nic nel parchetto di fronte alla spiaggia e un bagno all’ombra della torre cinquecentesca fino al tramonto. Mercoledì si approda a Porto Azzurro. Dopo una giornata a giocare con le onde in spiaggia, mangiamo le fantastiche linguine al granchio alla rosticceria da Ciccio, che merita una nota aggiunta a matita sul portolano, scritta dopo aver concluso la serata nel pittoresco centro. Giovedì si dà ancora a Marina di Campo, dove i bambini fanno il loro primo bagno “in mare aperto”. Il gioco più divertente è stato cercare con la maschera il famoso bulbo che non fa “ribaltare” la barca.
Piccoli tragitti di mattina, tra un porto e una baia, per non stressare bimbi e mamme. Poche regole che non verranno mai infrante dai bambini, perché ne abbiamo spiegato i motivi. Imbraghi sempre presenti, che rassicurano i genitori consentendo di chiudere un occhio per qualche secondo. Così facendo, giorno per giorno siamo diventati un equipaggio sempre più rodato ed affiatato.
Venerdì mattina alle 5 si mollano gli ormeggi e si fa rotta verso Marciana Marina , ultima tappa della nostra crociera.
Dopo tanto carteggio sulla carta 5D, vedo finalmente dal vero i punti cospicui che mi hanno fatto così penare all’esame della patente nautica. In un attimo di follia paragono Capo Poro a Capo Horn, che nella parte meridionale dell’Elba si incastona perfettamente sulla scogliera selvaggia che guarda Pianosa e Montecristo .
Dopo una giornata tra le spiagge di Marciana, arriva purtroppo sabato e dobbiamo rientrare a La Spezia.
Si parte alle 18 con una fantastica bolina con 20 nodi. La chitarra di Marco accompagna un tramonto da cartolina. Tutti sono entusiasti e ci dimentichiamo che è l’ultimo giorno in mare, tra poche ore non saremo più naviganti.
Ci prepariamo per la notturna di rientro. Prima di mettere a letto i bambini al sicuro tra le reti antirollio, chiediamo loro se la vacanza è piaciuta. Siamo entusiasti sopra le nostre aspettative perché rispondono che è stata la miglior vacanza che abbiano fatto.
Ormeggiamo a Fezzano domenica alle 10, già pensando dove navigare la prossima estate.
Confermo quanto dicono in molti: i bambini si adattano immediatamente. Solo i grandi potrebbero essere un problema.
Non fatevi nessuno scrupolo se avete bambini, a qualsiasi età si meritano di iniziare a navigare.
Mentre guido in autostrada verso Milano sorrido: guardo nello specchietto, addormentata e felice, una nuova generazione di velisti!